Locazioni: qual è l’opzione migliore?

“Il denaro che si possiede è strumento di libertà; quello che si insegue è strumento di schiavitù.”

Jean Jacques Rousseau

L’argomento locazioni desta interesse e curiosità. Ed è inevitabile, direi.

Il solo fatto di immobilizzare n capitale per n tempo e ottenere rendimenti più o meno elevati in modo automatico, senza dover fare nulla di eclatante, bè, non può che suscitarne.

Ma facciamo un passo indietro e iniziamo a considerare i rendimenti più comuni di investimenti immobiliari volti alla locazione tradizionale (il classico 4+4).

L’italiano medio genera un utile netto annuo che oscilla tra il 2% e il 3% (acquistando un immobile dignitoso su libero mercato ad un costo medio di 150k e locandolo ad un canone medio di 500 €/mese).

Pochino, vero?

Ora vediamo insieme quanto si può generare invece da una locazione diversa.

Eliminiamo quella breve o turistica, insomma l’affittacamere, che ha gestione e costi assestanti ed è oggetto di una ‘moda’ che ha portato più disordine che altro nell’intero mercato, oltre al fatto che personalmente non me ne occupo (per ora), pertanto non ho alcuna esperienza.

Prendiamo in considerazione invece quella transitoria, ovvero la ‘via di mezzo’ tra un ordinario e un breve.

In parole semplici, la locazione transitoria va da un minimo di 1 mese ad un massimo di 18 mesi, serve un mercato in forte crescita (lavoratori senza posto fisso, persone che hanno necessità di coprire un periodo di transito tra la vendita della propria casa e l’acquisto di quella nuova, giovani che fanno esperienze o stage fuori porta, ecc.), è fiscalmente identica a quella ordinaria e non ha costi di gestione come quella breve (check-in, check-out, pulizie, ecc.).

Riflettiamo.

Un soggetto che ha una necessità temporanea cerca comodità, prima di tutto. Niente spese extra, niente utenze a proprio carico, spesso niente residenza nell’alloggio.

Riassumendo, un unico canone forfettario comprensivo di tutto, che nella maggior parte dei casi ha rendimenti maggiori anche fino al doppio rispetto a quelli ordinari.

Quindi, dal 2-3%, si passa al 6-7%, arrivando fino al 10-12% quando l’acquisto è contenuto (e qui torniamo alle nostre care aste!).

Concludo con una domanda: dal momento che sappiamo dell’esistenza di un qualcosa di diverso, di migliore, di maggior valore rispetto a quello che già conosciamo, perché non aprirci e non capire se può fare anche al caso nostro?

Vorresti saperne di più?

Scrivimi e sarò felice di approfondire con te

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