Aste telematiche, acquistare casa nell’era digitale

L’acquisto di una casa all’asta è diventato un processo inevitabilmente legato alla modalità telematica. È stato proprio nei tribunali più all’avanguardia, come Monza, che questo nuovo iter è stato inaugurato in piena pandemia da Covid-19. Da quel momento, non c’è stato più modo di tornare indietro. Passo dopo passo, quasi tutti gli altri tribunali si sono adeguati, fino agli ultimi ritardatari, come Lecco e Como, che al momento in cui scrivo ancora si aggrappano alla modalità ‘cartacea’, ma presto o tardi dovranno aderire all’era digitale.

Meglio o peggio? La risposta dipende. Certamente, la comodità di poter partecipare alle aste senza doversi spostare da casa o dall’ufficio è un vantaggio innegabile. Evitare gli spostamenti, il traffico, la ricerca di parcheggio nei centri città e i ritardi dei mezzi di trasporto è sicuramente un sollievo.

Tuttavia, dall’altra parte della medaglia, manca molto dell’aspetto psicologico. Non poter guardare negli occhi il proprio “avversario” mentre si sta per fare l’offerta vincente è sicuramente un elemento mancante. Nelle aste telematiche, si è ridotti a numeri e codici che si spostano rapidamente, mentre un cronometro scandisce i secondi che passano inesorabilmente, generando inevitabilmente uno stato d’animo difficile da gestire.

In conclusione, come spesso accade, ci sono pro e contro da bilanciare. Tuttavia, che ci piaccia o meno, il passaggio al digitale è un cambiamento da accogliere e abbracciare come parte dell’evoluzione inevitabile del settore immobiliare. Questo nuovo scenario ci spinge a adattarci e a trovare nuovi modi di affrontare le sfide, anziché considerarlo un ostacolo insormontabile.

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