Le Parole non Sono Immobili (e Neanche Tu): guida semiseria alla semantica di chi vende

Le parole non descrivono la realtà. Le parole la creano

Paolo Borzacchiello

Il mondo immobiliare è fatto di mattoni, metri quadri, planimetrie, ipoteche, rogiti e rendering troppo bianchi per essere veri.

Ma prima ancora di toccare un muro, chi compra casa viene raggiunto da qualcos’altro: le parole.

Parole che vendono, parole che seducono, parole che sembrano dire molto ma in realtà dicono solo quello che vuoi sentirti dire.

Perchè si, anche il settore immobiliare ha una sua lingua madre, fatta di formule rassicuranti, aggettivi educati, sostantivi che nessuno usa fuori da un annuncio pubblicitario.

E tu?

Tu che magari stai cercando una casa, un affare o semplicemente un senso.. tu non sei un immobile.
E forse, leggendo queste righe, puoi imparare a muoverti meglio tra le parole di chi cerca di venderti qualcosa.

Io non vendo case.
Aiuto le persone a capire dove stanno andando e cosa stanno comprando.

Questa guida è semiseria, si.
Ma l’impatto che può avere sulla tua capacità di scegliere consapevolmente.. quello è molto, molto serio.

Lessico venduto

C’è un linguaggio che si ripete ovunque, come fosse uscito da un generatore automatico di annunci degli anni ’90:

“Zona servita”, “soluzione ideale”, “contesto esclusivo”, “ottima esposizione”.

Ma servita da cosa? Da un bar, una farmacia, una pizzeria o dal sogno di vivere finalmente a due passi “da tutto”?

Ideale per chi, esattamente?

E ancora: cos’è davvero un contesto esclusivo? Quello in cui nessuno ti saluta in ascensore?

Spesso queste parole non descrivono l’immobile, ma la sua versione desiderabile. Non offrono certezze, ma promettono immagini mentali. Sono come trailer ben montati: ti danno il ritmo giusto per convincerti a cliccare, ma poi il film potrebbe essere molto diverso.

Se chi vende usa parole così, tu che compri devi imparare a leggere non solo cosa dice, ma anche cosa vuole che tu senta.

Parole che arredano

In certi annunci l’immobile sembra già allestito – ma non di mobili: di parole che arredano l’immaginazione.

Leggi “accogliente”, e ti immagini una luce calda al tramonto.

“Luminoso” evoca un open space esposto a sud, anche se nella realtà la finestra dà su un cavedio condominiale.

“Rifinito” ti fa credere che sia stato scelto un materiale di pregio, curato nei minimi dettagli: poi scopri che è solo gres porcellanato ‘effetto legno’ tra i più economici sul mercato.

E “pronto da vivere”? Forse per qualcuno con ottime capacità di adattamento e molto amore per il vintage.

Sono parole che non mentono, ma suggeriscono. Che non affermano, ma indirizzano dolcemente verso un’idea.

E tu, lettore, potenziale acquirente, potresti anche cascarci – se non ricordi che le parole arredano, ma il soggiorno resta stretto!

Il pericolo dell’abitudine linguistica

Il vero rischio non è nelle parole esagerate, ma in quelle che hai già sentito troppe volte.

Quando vedi scritto per la ventesima volta “soluzione ideale per giovani coppie”, smetti di chiederti se sia davvero ideale e il tuo cervello inizia a dare per scontato che sia così.

Accetti la formula come se fosse neutra, quasi oggettiva.

Ma le parole, a furia di ripetersi, non perdono potere: lo mascherano. E tu inizi a fidarti di come suonano, invece di chiederti cosa significhino.

Attenzione: l’abitudine linguistica non è garanzia di verità.
E’ solo segno che siamo diventati pigri nel leggere.

Chi compra con consapevolezza non si accontenta del dizionario automatico del venditore. Lo ascolta, lo decifra, si interroga sul significato delle parole e lo ribalta. Infine, decide.

Conclusione – Il consiglio semiserio dell’autore

Le parole non sono mai solo parole. Neanche quelle dell’immobiliare.

Sono cornici emotive, inviti a entrare, maniglie linguistiche che ti spingono verso una porta – anche se magari è la porta sbagliata.

Non è necessario diventare diffidenti.

E’ sufficiente diventare più attenti.

Più ironici, quando serve.

Più presenti, sempre.

Perché chi vende ti parla con le parole, certo.

Ma tu puoi scegliere di non comprarle tutte.

E soprattutto, puoi imparare a comprare meglio ciò che c’è dietro.

AF


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Scrivimi e sarò felice di approfondire con te

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